Dai “Fiori olandesi” al “Covid”… i più importanti crolli dei mercati finanziari nel corso della storia

Dai “Fiori olandesi” al “Covid”.

Questa settimana ricorre il 15° anniversario del fallimento della banca d’investimento americana Lehman Brothers, sullo sfondo della crisi dei mutui.

Di seguito è riportata una rassegna delle crisi finanziarie più importanti che i mercati azionari globali hanno vissuto negli ultimi secoli:

Fiori olandesi (1637)

La crisi della “Tulipmania”, conosciuta come “tulipmania” o “tulipmania” nei Paesi Bassi, è la prima bolla speculativa economica e finanziaria della storia moderna.

Si basava sul commercio dei bulbi di questi fiori, i cui prezzi raggiunsero il massimo prima di crollare nel 1637. Dopo 5 anni, il prezzo dei tulipani aveva perso il novanta per cento del suo valore.

Speculazione in Gran Bretagna (1720)

All’inizio del XVIII secolo, gli inglesi iniziarono a investire nella South Sea Company, creata con lo scopo di commerciare gli schiavi in ​​Sud America e ristrutturare il debito pubblico.

Il crollo della società e della Banca del Laos ha causato un disastro per molti investitori.

Crollo in Francia (1882)

Il fallimento della banca cattolica francese “Union Generale” portò al fallimento di numerosi cambiavalute e al crollo dei mercati azionari nelle città di Parigi e Lione, che fecero precipitare la Francia in una grave crisi economica.

Crollo di Wall Street (1929)

Il 24 ottobre, il Dow Jones ha perso più del 22% del suo valore all’inizio delle negoziazioni, prima di ridurre le perdite al 2,1% alla chiusura.

Le perdite si sono ripetute nei giorni successivi, con il 13% il 28 dello stesso mese e il 12% il giorno successivo. Questa crisi segnò l’inizio dell’era della “Grande Depressione” negli Stati Uniti e una delle peggiori crisi economiche della storia nel mondo.

Lunedì nero (1987)

La Borsa di Wall Street è crollata nuovamente il 19 ottobre, sullo sfondo degli ampi deficit di bilancio e commerciali degli Stati Uniti e dell’aumento dei tassi di interesse.

Il Dow Jones ha perso il 22,6% del suo valore, provocando il panico nei mercati globali.

Crollo russo (1998)

Ad agosto il rublo ha perso il 60% del suo valore in 11 giorni, di cui il 17,13% in un solo giorno. La Russia è entrata in una crisi economica e finanziaria in parte legata alle conseguenze della crisi finanziaria asiatica del 1997.

Mosca ha annunciato la sospensione del rimborso del suo debito estero per un periodo di 90 giorni e per un decennio non ha potuto più chiedere prestiti sui mercati globali.

Il fondo americano LTCM, che effettuava operazioni su obbligazioni in scadenza, ha evitato il default grazie all’intervento della Federal Reserve (la banca centrale) americana.

Bolla Internet (2000)

L’inizio del ventunesimo secolo ha visto il collasso della bolla delle società Internet e del loro valore di borsa. Dopo aver raggiunto un livello record il 10 marzo, l’indice Nasdaq, che si concentra sulle società Internet e tecnologiche, è crollato, perdendo circa il 27% del suo valore nelle prime due settimane di aprile e il 39,3% in un anno.

Questo declino si è riflesso in tutti i mercati legati alla “new economy”, basata sulla tecnologia dell’informazione e su Internet.

Crisi dei mutui (2008)

La crisi finanziaria del 2008 si è basata principalmente sul fatto che le banche negli Stati Uniti hanno concesso prestiti immobiliari ad alto rischio a persone con una dubbia salute finanziaria, per poi venderli sotto forma di investimenti a istituzioni finanziarie, alimentando un boom del mercato immobiliare.

Quando i mutuatari andarono in default e non furono in grado di ripagare, i mercati finanziari crollarono e il settore bancario entrò in una crisi che culminò con il fallimento di Lehman Brothers. Milioni di americani hanno perso la casa a causa della crisi.

Crollo cinese (2015)

Dopo una performance trainata dai prestiti agevolati, la Borsa di Shanghai ha perso in poche settimane oltre il 40%, nonostante il tentativo del governo di intervenire per fermare un crollo che si è riverberato su vari mercati globali.

Pandemia (2020)

I mercati azionari globali sono crollati nel marzo 2020 dopo che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha annunciato che “Covid-19” era diventata una pandemia che avrebbe richiesto di sottoporre gran parte del mondo a rigidi blocchi e restrizioni sanitarie.

Il giorno dopo l’annuncio, diffuso l’11 marzo, i mercati azionari globali hanno registrato massicce perdite in quello che è stato conosciuto come il “giovedì nero”, poiché Parigi ha perso il 12% del suo valore, Madrid il 14% e Milano il 17%. Per quanto riguarda le perdite di Londra (11%) e New York (10%), sono state le maggiori dal 1987.

Questa sofferenza è continuata per giorni, soprattutto negli Stati Uniti, dove il 16 marzo il mercato azionario ha perso oltre il 12%.

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